Qualche giorno fa, spulciando un piccolo tendone che vendeva libri a Bologna, mi sono imbattuto in un libro piuttosto recente di cui però non riesco più a ricordare né titolo, né autore. Il libro consisteva in una raccolta di brevi racconti, talvolta anche meno di una pagina, che avevano sempre a che vedere con il cibo. Era molto divertente, ma non trovo più informazioni da nessuna parte. Sperando che qualcuno ne sappia qualcosa, riporto solo ciò che mi è rimasto impresso, cioè i titoli di questi racconti, che parodiavano sempre il titolo di un libro o di un film.
Dopo il funk marcio della settimana, rubrica che magari un giorno riprenderò, ho deciso di istituire una nuova rubrica per il mio blog: la canottierina bianca della settimana!
In realtà è anche un modo per aggiornare il blog anche in questo momento in cui sono molto impegnato. Ho comunque intenzione di scrivere cose anche meno cretine, anzi, quasi serie. Ma comunque sempre tra il serio e il faceto. Diciamo facete.
Ma veniamo a noi…
Perché la canottierina bianca? Perché è un indumento fantastico, l’indumento che rende qualsiasi ragazza più figa.
Sì, questa rubrica si prefigge di portare ogni volta una canottierina bianca alla gloria.
Bossi è solo lì per spaventarvi.
La prima è quella che mi ha fatto sentire il bisogno di parlare di questo argomento: Jennifer Connelly in Tutto può accadere (titolo originale “Career Opportunities”, del 1991).
Sbeng!
Ora, il film non l’ho visto, ma non credo sia un capolavoro. In compenso, questa cosa potrebbe essere sufficiente a svoltarlo. Mah, non mi va di vedere un film solo per le tette, a meno che non sia un Russ Meyer d’epoca.
Comunque, per chi volesse approfondire, c’è questo:
Ecco altri titoli fighi. Un altro trucchetto che può rendere un titolo interessante è mettere dei numeri. Di solito è difficile che un numero entri in un titolo, perché è quelcosa di freddo e preciso, ma a volte può spiazzare e incuriosire. Anche l’uso di lingue diverse, o desuete (come il latino), può essere molto figo.
Cuore di tenebra
I tre giorni del condor
Verba manent
Quo vadis, baby
Zabriskie Point
V per Vendetta
Cowboy Bebop
La notte dei desideri ovvero Il Satanarchibugiardinfernalcolico Grog di Magog
Altri titoli fighi. Quello che davvero li rende particolari è secondo me la suggestione che riescono a trasmettere immediatamente. Ad esempio “Madama Butterfly” è un titolo ricco di suggestioni: “madama” è una parola italiana ormai desueta, fa pensare ad una grande aristocratica; “Butterfly” è invece inglese, e contrasta con “madama”, e significa tutt’altro, cioè “farfalla”; se a questo aggiungiamo che dal cartellone dell’opera si deduce già un ambientazione giapponese, abbiamo un altro elemento di contrasto. La curiosità è stata richiamata, ma il titolo resta pertinente.
I pirati sono una ficata. Come personaggi, la loro potenza sta nell’essere doppi, ambigui: da una parte gentiluomini, dall’altra dei saccheggiatori, ladri, assassini, stupratori. Le maniere affettate, a volte stucchevoli, si mischiano ad una spietatezza e ad una brutalità senza mezzi termini. Hugo Pratt trovò una definizione meravigliosa per questi personaggi, “gentiluomini di fortuna”. Ecco allora quelli che a mio avviso sono tra i migliori personaggi di finzione di questo tipo, anche se so che potrebbero essercene ancora molti altri.
Jack Sparrow
Il momento in cui sale sull’albero perché il resto della nave sta affondando.
Ok, ok, fin troppo scontato, fin troppo conosciuto e osannato, ma resta il fatto che è un personaggio carismatico. Con il primo film della saga, la Disney ha sfatato il mito del flop al botteghino quando si parla di pirati, confezionando un gioiellino d’avventura per ragazzi, con un misto di elementi d’azione e horror venati di umorismo. E il personaggio che troneggia è proprio lui, sul quale infatti è stato anche incentrato uno spin-off. Inoltre negli ultimi anni è diventato uno dei personaggi più in voga tra i cosplayer alle fiere di fumetto, a mio avviso. Insomma, dai, le treccine e i rasta, i modi stralunati e sornioni, l’ironia e l’avventatezza: un bel pirata.
VOTO FINALE: punkabbestia gay
Hook
Mai vista tanta tenerezza in un artiglio d’acciaio.
Steven Spielberg ha fatto solo che dei film belli, questo non fa eccezione. A ripensarci ora, non era solo una bella storia per famiglie, era anche una girandola di situazioni strampalate e bambini combattenti: cioè, cazzo, se hai otto anni è il top!
Tipo, ‘sti bambini vivevano tra di loro in case sugli alberi, si costruivano mitragliatrici artigianali, portavano pettinature improponibili e, dulcis in fundo, facevano gare di insulti sempre fantastiche. Era la vita che tutti sognavamo.
Ma torniamo a Hook. Dustin Hoffman interpreta un Capitano Uncino umano e divertente, anche lui un bambino sperduto, mai cresciuto veramente. Inoltre ricordiamoci che al suo fianco c’era Bob Hoskins che interpretava magistralmente Lucio Dalla.
Nel centro di Bologna non si perde neanche un bambinooooo…
No, aspetta, forse era Bob Hoskins che interpretava Spugna, ma non ci metterei la mano sul fuoco.
VOTO FINALE: perfido e tenerone
Long John Silver
Iconico.
E’ uno dei personaggi più affascinanti creati da Stevenson. Basti pensare che non è lui il protagonista dell’ Isola del tesoro, eppure è lui ad essere penetrato nell’immaginario. La sua bellezza è proprio nella sua ambiguità, la sua doppiezza così umana, il suo carattere volubile e opportunista, ma allo stesso tempo sincero.
E’ stato ripreso e rinarrato un po’ in tutte le salse, personaggio bellissimo. Inoltre è a lui e agli altri pirati creati da Stevenson che credo si debba lo stereotipo del pirata mutilato e accompagnato da un animale (per lui gamba e pappagallo, da cui discendono gambe di legno, bende sull’occhio, uncini e scimmiette).
VOTO FINALE: imprescindibile
Sandokan
Tipo, uccidere una tigre in corpo a corpo
In Italia, interpretato da Kabir Bedi, ha plagiato una generazione. Poi, che Kabir Bedi non fosse minimamente malese, non è mai importato ha nessuno, bastava fosse un po’ esotico. E’ il personaggio salgariano più famoso, più influente, più amato. Personalmente l’ho incontrato per la prima volta in un cartone della RAI che secondo me era veramente fatto da dio, a livello di animazione, di azione, di storie… insomma mi prendeva.
C’è anche un altro pirata molto famoso creato da Salgari, il Corsaro Nero, ma mi è caduto molto quando ho scoperto che in realtà è piemontese. Non che abbia qualcosa contro il Piemonte, ma cazzo, non è credibile che nei Caraibi un vascello pirata abbia un capitano di Biella!
Thomas Red
Simpaticone.
Questo è un figo. Roman Polanski ha un umorismo particolarissimo, Walter Matthau è fantastico. Insieme creano uno dei personaggi più grezzi della storia del cinema. Vediamo brevemente di come si comporta il capitano Red:
Si pettina con un pugnale…Mangia gli ami…Si fa del male…
Se non avete ancora visto Pirati, fatelo.
VOTO FINALE: grezzo totale
Il pirata senza nome
Vi ricorda qualcuno?
OK, lo confesso, ho letto da poco La mia vita disegnata male di Gipi, quindi magari il mio giudizio è un po’ entusiastico, ma questo personaggio è stupendo, inserito in una storia altrettanto stupenda. Bianco, senza pietà, senza amore, puro e malvagio. Cavolo…